Nel corso della seduta odierna dell’Assemblea Regionale Siciliana, a completare il quadro di un’Aula ostaggio di calcoli politici e ipocrisie, è arrivata anche la vergognosa bocciatura – con voto segreto su proposta delle opposizioni – dell’acquisto dello storico immobile di via Cordova a Palermo, sede della Corte dei Conti. Un palazzo per cui la Regione Siciliana paga l’affitto da oltre trent’anni, messo in vendita per 13,5 milioni di euro: in appena sette anni l’investimento sarebbe rientrato, evitando di continuare a sprecare denaro pubblico.
“E invece no – dichiara Cateno De Luca – il Parlamento ha deciso di non acquistarlo, costringendo la Corte dei Conti a lasciare quell’immobile che ora sarà venduto a privati. Com’è possibile che la norma sia stata bocciata con 35 voti contrari e solo 27 favorevoli, se le opposizioni contano sulla carta appena 23 voti? La risposta è nei numeri: 13 franchi tiratori. Uno degli episodi più gravi di scorrettezza istituzionale e miopia politica”.
“Il Parlamento Siciliano – prosegue De Luca – ha perso un’occasione di risparmio, efficienza e rispetto verso una delle sue massime istituzioni di controllo. Ha il dovere morale di chiedere scusa alla Corte dei Conti e, soprattutto, ai siciliani”.
“Così come ha il dovere – aggiunge – di spiegare perché non sono state stanziate per tempo le risorse necessarie a garantire, già da settembre, l’assistenza e il trasporto scolastico per gli studenti speciali delle scuole superiori. Una vergogna istituzionale, frutto delle faide interne alla maggioranza e della tracotanza dell’opposizione, che hanno impedito al Parlamento di intervenire con prontezza, rinviando tutto a dopo l’estate”.
“Nella provincia di Messina – sottolinea – grazie alla visione amministrativa del Sindaco Federico Basile, che ha fatto tesoro dell’esperienza maturata al mio fianco, le risorse sono state già previste e il servizio sarà garantito sin dall’inizio dell’anno scolastico”.
“Ma nelle altre province e nei restanti comuni della Sicilia cosa accadrà? Chi si prenderà la responsabilità di questo ritardo ai danni di famiglie che non possono più aspettare?”
“Il Parlamento – conclude De Luca – ha il dovere di dare risposte. E di chiedere scusa”.