“Il caso De Luca è emblematico: è necessario fare chiarezza, con fermezza, sul rapporto politica-magistratura.
Nelle ultime settimane stiamo vedendo un’escalation di casi politico-giudiziari che coinvolgono vertici di amministrazione comunali, massime cariche regionali e nazionali.
Abbiamo visto come diversi partiti politici scelgano in modo altalenante se essere garantisti o giustizialisti, in base alla convenienza politica del momento.
Sud chiama Nord non ha dubbi, sa da che parte stare: dalla parte del garantismo.
Nel pieno rispetto del lavoro della magistratura, però, una indagine non può portare a destabilizzare il lavoro delle amministrazioni pubbliche.
Lo ribadiamo con fermezza anche alla luce della sentenza della Corte di Appello di Messina che proprio nella giornata di ieri ha riconosciuto le somme per l’ingiusta detenzione di Cateno De Luca e Carmelo Satta.
I due hanno subito 15 anni di processi giudiziari, giorni di ingiusta detenzione e una gogna mediatica inaudita. È stato tutto superato solo grazie alla caparbietà di entrambi e all’ingente sforzo economico necessario per affrontare questi anni di processi, che hanno portato all’assoluzione dei due.
Ci chiediamo però: quanti cittadini sarebbero stati in grado di affrontare un calvario del genere?
Alla luce di tutto ciò oggi, nel sostenere la riforma della separazione delle carriere portata avanti dal governo Meloni, ci rivolgiamo anche a tutti quei politici (anche garantisti!) che in occasione dell’arresto di Cateno De Luca non persero occasione di attaccarlo mediaticamente, perché chiedano scusa pubblicamente”, lo affermano in una nota Laura Castelli, presidente di Sud chiama Nord, e Francesco Gallo, deputato alla Camera di ScN.
