«Abbiamo concluso i lavori in Commissione Bilancio dopo quarantotto ore – e una notte intera – di trattative e discussioni per arrivare a un minimo di condivisione.”
Cateno De Luca, leader di Sud chiama Nord e sindaco di Taormina, fa il punto sull’esito dei lavori in Commissione Bilancio dell’Assemblea Regionale Siciliana.
«La Commissione Bilancio, afferma De Luca, è il luogo dove si costruisce la qualità normativa del testo che poi arriva in Aula. È lì che si fa la sintesi vera.
Noi oggi possiamo dare solo una valutazione “a caldo”, perché il testo definitivo lo stanno ancora componendo i funzionari; ma la settimana prossima, quando la legge di stabilità sarà incardinata in Aula, tra martedì e mercoledì, potremo intervenire con gli ultimi emendamenti.
Un punto però è chiaro: la legge di bilancio e di stabilità va approvata entro fine anno, per evitare la paralisi dei conti regionali. Non vogliamo più vedere leggi di stabilità approvate a fine aprile solo per evitare lo scioglimento dell’Assemblea. Quello non è senso di responsabilità verso la Sicilia, è attaccamento alla poltrona.
Il vero senso di responsabilità si misura adesso: approvare la manovra entro Natale per non bloccare la macchina amministrativa e non costringere la Regione ai dodicesimi.
Autonomie locali: basta usare i Comuni come bancomat
Uno dei primi temi che abbiamo posto al governo è il rapporto con le autonomie locali.
Abbiamo chiesto, e continuiamo a chiedere, di chiudere la stagione in cui il Fondo per le Autonomie Locali viene trattato come un bancomat da cui prelevare risorse a scapito dei servizi ai cittadini.
In queste 48 ore abbiamo ottenuto un primo risultato: diversi interventi per servizi fondamentali che prima gravavano sul Fondo delle Autonomie sono stati finanziati con altre voci di bilancio. Ma non basta.
Abbiamo chiesto al presidente Schifani di formalizzare in Aula un impegno preciso: quando, con la variazione di bilancio, saranno messi a disposizione circa due miliardi di avanzo di amministrazione, almeno 50 milioni dovranno andare ad incrementare di un 10–15% il Fondo per le Autonomie Locali nel 2025.
Non ci interessa se questi soldi verranno messi ora o a luglio: l’importante è che da qui a luglio vengano effettivamente destinati ai Comuni e alle ex Province. Su questo, come gruppo Sud chiama Nord, la nostra collaborazione resta condizionata alle risposte del governo.”
Demanio marittimo e fluviale: stop al “pizzo legalizzato”, poteri ai sindaci
Un altro fronte su cui ci siamo battuti per due anni riguarda il demanio marittimo e fluviale.
Oggi siamo di fronte ad un paradosso: i Comuni costieri hanno lungomari, piazze, strade e aree già urbanizzate su suolo demaniale, ma non sono titolari dei beni, non possono programmare interventi, non possono partecipare ai bandi, e spesso si trovano addirittura in una posizione di abusività formale.
Abbiamo ottenuto l’approvazione di due emendamenti-chiave:
il trasferimento gratuito della gestione delle aree demaniali marittime già urbanizzate ai Comuni sui cui territori insistono;
lo stesso principio per il demanio fluviale, con il coinvolgimento dell’Autorità di Bacino.
È una norma di buon senso, ma rivoluzionaria: il sindaco potrà finalmente decidere dove mettere un chiosco, come organizzare la sosta, come valorizzare le aree di waterfront e di lungofiume, senza dover affrontare un percorso a ostacoli fatto di anni di carte e di autorizzazioni.
Noi vogliamo liberare la Sicilia da quello che io chiamo il “pizzo legalizzato”: il sistema per cui, per utilizzare una piazza o un pezzo di lungomare, bisogna passare per procedure interminabili, pagare canoni assurdi, e spesso aspettare quattro o cinque anni solo per regolarizzare una concessione.
Questa norma restituisce dignità ai Comuni e mette i sindaci nelle condizioni di programmare sviluppo e servizi in modo trasparente e diretto.”
Parchi archeologici e Comuni: più risorse e un fondo di solidarietà
Altro capitolo fondamentale: il rapporto tra parchi archeologici e Comuni.
Da due anni abbiamo introdotto una norma che destina il 15% degli incassi dei siti archeologici ai Comuni in cui ricadono i siti, per coprire costi di pulizia, decoro urbano, promozione turistica, vigilanza e piccola manutenzione. È una conquista che ha iniziato a dare risultati, ma serviva fare un passo in più.
In Commissione abbiamo trovato una sintesi importante, frutto di un confronto anche duro ma leale con l’assessore Scarpinato, con il direttore generale Mario La Rocca e con il capogruppo di Fratelli d’Italia, Giorgio Assenza.
Per il Parco Archeologico Naxos–Taormina, che ha un avanzo di amministrazione complessivo di circa 17–18 milioni di euro tra il 2024 e il 2025, la soluzione concordata prevede:
11 milioni di euro destinati al restauro e alla rifunzionalizzazione del Castello Paladino di Giardini Naxos, un’opera attesa da anni;
il 50% della parte residua destinato a un Fondo di solidarietà per i parchi archeologici minori della Sicilia, che avranno così risorse per aprire, manutenere e valorizzare i propri siti;
l’altro 50% residuo (circa 3,5 milioni di euro) destinato alla progettazione del sistema portuale turistico di Giardini Naxos e dell’interconnessione intermodale stradale e funiviaria con Taormina e i Comuni limitrofi.
Questo significa avviare finalmente il percorso per il porto turistico di Naxos–Taormina e per la seconda funivia Villa Gonia–Porta Catania, opere strategiche di cui si parla da decenni senza mai arrivare al progetto esecutivo.
In concreto:
14,5 milioni restano al territorio Naxos–Taormina per opere strategiche;
circa 3,5 milioni vanno a sostegno dei parchi minori.
È un compromesso di buon senso che tiene insieme solidarietà e rispetto dei territori che generano gli introiti. Questa è la politica che ci piace raccontare: niente espropri mascherati, ma una redistribuzione equa che lascia ai territori una quota significativa delle risorse che producono.»
Allerta meteo in tempo reale: una cabina di regia per proteggere i Comuni
«Un altro emendamento fortemente voluto dal nostro gruppo riguarda la protezione civile e il sistema di allerta meteo.
Oggi la Regione elabora allerte basate su carte preparate il giorno prima, con una validità di 36 ore. Ma i cambiamenti climatici ci dicono che gli eventi estremi si sviluppano in una, due, massimo tre ore. Così i sindaci restano senza strumenti adeguati e abbiamo visto purtroppo cosa può succedere quando un’allerta gialla, in realtà, anticipa fenomeni da allerta rossa.
Con il nostro emendamento viene istituita una cabina regionale di monitoraggio meteo in tempo reale, con sistemi tecnologici idonei e con la presenza di meteorologi.
La Regione Siciliana ha 15.000 dipendenti e non ha un meteorologo: è una contraddizione inaccettabile.
Con questo nuovo sistema sarà possibile aggiornare l’allerta quasi in tempo reale, migliorando le comunicazioni verso i sindaci e permettendo decisioni più precise su chiusura scuole, protezione dei cittadini, gestione delle emergenze.
Ringrazio il presidente Schifani, il direttore Cocina e i colleghi di Commissione che hanno compreso la portata di questa proposta. Abbiamo fatto una cosa utile per tutti: per i sindaci, per le comunità locali, per l’intero sistema di protezione civile regionale.»
Aree ad elevato rischio di crisi ambientale (AERCA) e Valle del Mela
«Un capitolo a parte riguarda le aree ad elevato rischio di crisi ambientale (AERCA), e in particolare la Valle del Mela, dove da anni si sommano emergenza ambientale e bomba sociale e occupazionale.
In quella zona abbiamo la ex Raffineria, la Cargill con 145 lavoratori a rischio, e la prospettiva che dal 2028 molti lavoratori di A2A e dell’indotto restino senza occupazione. Stiamo parlando di centinaia e centinaia di famiglie che rischiano di restare senza reddito, dopo aver pagato per decenni un prezzo altissimo in termini di salute e ambiente.
Già lo scorso anno, grazie al lavoro del collega Matteo Sciotto, siamo riusciti a destinare 750.000 euro alle AERCA della Valle del Mela come primo segnale politico.
Quest’anno qualcuno ha pensato bene di fare un blitz e spostare risorse significative su un’unica AERCA del Siracusano, cancellando di fatto la Valle del Mela, proprio lì dove era nata l’idea originaria.
Non potevamo accettarlo.
Grazie all’insistenza di Sciotto, all’intervento del collega Giuseppe Lombardo e al confronto con l’assessore Tamajo, abbiamo rimesso le cose a posto, ottenendo complessivamente 1 milione di euro per le AERCA della Valle del Mela. È ancora poco rispetto alle esigenze, ma è un segnale politico forte: quello non è un territorio di serie B e non può essere abbandonato dopo essere stato sfregiato per decenni.»
Semplificazione dei pareri ambientali e sostegno ai Comuni
«Infine, abbiamo lavorato su un pacchetto di semplificazioni in materia di VIA, valutazioni ambientali e paesaggistica, preparato anche grazie al contributo tecnico di Salvo Puccio.
Abbiamo previsto, tra l’altro, che per il giudizio di ottemperanza delle prescrizioni ambientali, se la commissione non si esprime entro 45 giorni, la pratica passi automaticamente agli uffici per la chiusura del procedimento e stop alle varie piattaforme digitali che non si parlano più: a che serve un iter semplificato se ogni piattaforma è un iter a sé stante? Basta pratiche bloccate per mesi per un timbro finale.
E abbiamo posto il tema dei costi che oggi vengono scaricati sui Comuni: per ottenere il parere ambientale su un’opera pubblica, la Regione chiede 20–30 mila euro.
È assurdo che un Comune debba sborsare cifre del genere per un progetto di difesa della costa o di messa in sicurezza del territorio. Con i nostri emendamenti abbiamo avviato un percorso per alleggerire questo peso e riportare buon senso nelle procedure, perché le risorse dei Comuni devono andare sui cantieri, non sulle tasse “interne” alla burocrazia regionale.
Trasporto pubblico a Messina: «Sanata una ingiustizia storica, ora serve l’ultimo passo»
De Luca affronta infine «un’ingiustizia storica» che riguarda il trasporto pubblico urbano della città di Messina:
«La Regione trasferisce ogni anno risorse alle tre città metropolitane – Palermo, Catania e Messina – per i servizi di trasporto pubblico urbano svolti dalle municipalizzate.
Per anni, a parità di chilometri, Palermo e Catania hanno ricevuto 2,72 euro a chilometro, mentre Messina si è fermata a 1,16 euro a chilometro. Significa che la città di Messina incassava 1,56 euro in meno a chilometro rispetto alle altre due città metropolitane.
Questa distorsione nasce da scelte fatte oltre dieci anni fa, quando l’ATM di Messina era un’azienda al collasso: bilanci non approvati dal 2003, 83 milioni di euro di debiti, flotta inesistente, personale ridotto e invecchiato, nessun investimento. All’epoca, su quei parametri, è stata costruita una ripartizione che ha penalizzato Messina per quasi un decennio.
Quando sono diventato sindaco nel 2018, ho trovato questa situazione: Messina ha perso circa 9,5 milioni di euro l’anno rispetto a quanto sarebbe spettato in condizioni di parità con Palermo e Catania. Facendo i conti, parliamo di oltre 50 milioni di euro bruciati in cinque anni sulle spalle dei cittadini messinesi.
Noi abbiamo fatto la nostra parte: abbiamo messo in liquidazione la vecchia ATM, creato la nuova società per azioni, investito su flotta, personale, tecnologie. Oggi l’ATM di Messina è tra le migliori aziende di trasporto pubblico del Mezzogiorno, quinta a livello nazionale per qualità del servizio. Non è più l’azienda “scassata” del passato.
Eppure, nonostante questa rivoluzione interna, il rimborso chilometrico è rimasto sperequato. Per questo ho portato la questione in Commissione, insieme al collega Lombardo, e abbiamo ottenuto un primo passo con la legge finanziaria 2023: l’articolo 26 della legge regionale n. 2/2023 ha previsto 2 milioni di euro l’anno per il triennio 2023–2025 in più per Messina, rispetto alla quota ordinaria del Fondo.
Era un inizio, ma non bastava.
Con la manovra attuale abbiamo ottenuto un secondo step:
- per il 2026, 5 milioni di euro in più;
- per il 2027, 6 milioni di euro in più;
- per il 2028, 7 milioni di euro in più;
in aggiunta a 1 milione di euro l’anno per gli anni 2023, 2024 e 2025, come primo ristoro della sperequazione subita.
In totale – spiega De Luca – parliamo di circa 21 milioni di euro tra arretrati e adeguamento progressivo, che servono a mettere finalmente Messina sullo stesso livello delle altre città metropolitane.
Non è stato un passaggio indolore: è chiaro che, a parità di fondo complessivo, adeguare Messina significa rivedere equilibri consolidati e scontentare qualcuno. Ma una Regione non può permettersi di mantenere una disparità così clamorosa nei confronti di una città che ha dimostrato, nei fatti, di essere un’eccellenza nel trasporto pubblico.
Il compromesso raggiunto in Commissione Bilancio prevede che entro il 2029 questa vergogna venga definitivamente cancellata. E c’è un impegno chiaro assunto con il presidente Schifani e con l’assessore al ramo:
con la variazione di bilancio di luglio, quando saranno disponibili ulteriori risorse, dovrà essere colmata la differenza residua, circa 40 milioni di euro, sia per il triennio 2023–2025 sia per il triennio 2026–2028.
Se non fossimo stati presenti in Commissione, se non avessimo difeso questo emendamento fino all’ultimo, oggi Messina avrebbe perso un’altra occasione e altri milioni di euro.
Noi non siamo lì per alzare la mano a comando: siamo lì per fare valere i diritti dei territori, per ristabilire equità e per dimostrare che la meritocrazia non deve finire nel cestino quando si parla di ripartire le risorse regionali.»
«Una Sicilia normale, un governo di liberazione»
“Quello che abbiamo fatto in Commissione Bilancio, ha concluso De Luca, è coerente con la nostra idea di governo di liberazione e di Sicilia normale.
Una Sicilia in cui i Comuni non sono sudditi, ma protagonisti; in cui i parchi archeologici dialogano con i territori; in cui la protezione civile ha strumenti moderni; in cui le aree più ferite, come la Valle del Mela, non vengono dimenticate; in cui per ottenere una cosa di buon senso non si deve combattere per anni.
Non è stato facile, spesso abbiamo dovuto resistere fino all’ultimo minuto in Commissione per difendere i nostri emendamenti. Ma noi siamo lì per fare le cose, non per fare cinema o varietà.
Adesso la parola passa all’Aula: ci auguriamo che il testo uscito dalla Commissione Bilancio possa essere solo migliorato e non stravolto, e che entro Natale la Sicilia possa avere una legge di stabilità degna di questo nome.»
Premialità ai Comuni virtuosi nella riscossione: «Un fondo triennale per chi migliora davvero i conti e approva in tempo i bilanci»
«Tra gli emendamenti che abbiamo presentato – spiegano De Luca, Lombardo e Sciotto – c’è anche una misura che introduce un meccanismo di premialità per i Comuni siciliani che dimostrano di saper migliorare l’efficacia della riscossione e di mantenere una gestione amministrativa puntuale.
L’emendamento prevede un fondo triennale da 5 milioni di euro l’anno per il 2026, 2027 e 2028, destinato ai Comuni che, in base ai rendiconti certificati, avranno conseguito un incremento di almeno il 3% nella riscossione dei tributi e avranno approvato il rendiconto entro il 30 aprile dell’anno successivo.
Contributo regionale per il completamento degli interventi PNRR sulla rete idrica di Messina
«Tra gli emendamenti approvati – dichiarano De Luca, Lombardo e Sciotto – abbiamo inserito una misura strategica per garantire il completamento degli interventi sulla rete idrica della città di Messina finanziati con il PNRR.
La legge di stabilità autorizza infatti la concessione di un contributo di 6,8 milioni di euro alla Città di Messina, tramite il Dipartimento regionale dell’Acqua e dei Rifiuti, finalizzato a coprire integralmente la quota di cofinanziamento prevista nel programma di distrettualizzazione e riduzione delle perdite idriche.”
